Ambientato nella Parigi occupata dai nazisti, Quentin Tarantino ci offre uno spettacolo di 153 minuti, come è suo solito fare, infarciti di dialoghi strepitosi e scene costruite nei minimi dettagli. Dettagli capaci di tenere alta l'attenzione e la tensione nello spettatore.
I personaggi e gli interpreti sono azzeccatissimi. Dalla grande interpretazione di Christoph Waltz, al solito intenso e versatile Brad Pitt e ancora Eli Roth nel ruolo del sergente Donnie Donowitz, "L'Orso Ebreo".
Ovviamente non mancano i dettagli cruenti tipici di Tarantino, anche se questa volta se ne fa un uso più moderato ma pur sempre d'impatto, e quelle situazioni al limite del grottesco che fanno capire chi ci sia dietro la macchina da presa.
Fondamentalmente, a parte l'ambientazione, nuova per il regista, si tratta di un bel film "alla Tarantino". Non mancano, come al solito, le citazioni all'interno del film. Un esempio è Antonio Margheriti, regista italiano che ha diretto film horror e splatter che Tarantino ama tanto.
La colonna sonora riprende sapientemente diversi generi musicali. Si va da temi da film anni settanta a sfumature di un certo pop rock dei primi anni ottanta per non parlare di pennellate musicali che ricordano le colonne sonore degli spaghetti western.
Per concludere, si tratta di un'ottima pellicola, riuscitissima e mai noiosa nonostante la durante non certo breve.
di Giuseppe Cangemi
sabato 12 giugno 2010
lunedì 7 giugno 2010
District 9
Un film di fantascienza piuttosto diverso da molte cose che abbiamo visto. District 9 gode di un originale approccio al tema "alieni", questa volta non visti come conquistatori malvagi o silenziosi ospiti che prendono possesso del genere umano, ma come profughi galattici.
Il film diretto da Neill Blomkamp si ispira molto alle vicende legate all'apartheid, da qui la presenza di temi come la xenofobia e la segregazione razziale. La pellicola è basata sul cortometraggio "Alive in Joburg".
Un altro elemento originale del film è rappresentato dalla scelta registica di Blomkamp di raccontare gli avvenimenti sotto forma documentaristica, come fossero spezzoni di telegiornali e riprese amatoriali. Tutto questo conferisce al film un sapore realistico che non dispiace affatto.
di Giuseppe Cangemi
Il film diretto da Neill Blomkamp si ispira molto alle vicende legate all'apartheid, da qui la presenza di temi come la xenofobia e la segregazione razziale. La pellicola è basata sul cortometraggio "Alive in Joburg".
Un altro elemento originale del film è rappresentato dalla scelta registica di Blomkamp di raccontare gli avvenimenti sotto forma documentaristica, come fossero spezzoni di telegiornali e riprese amatoriali. Tutto questo conferisce al film un sapore realistico che non dispiace affatto.
di Giuseppe Cangemi
domenica 6 giugno 2010
Moon
Moon è il primo lungometraggio di Duncan Jones, figlio di David Bowie. Pellicola che vede protagonista un bravissimo Sam Rockwell nei panni di Sam Bell, un uomo che lavora presso una base lunare bloccato da tre lunghi anni in attesa di riabbracciare moglie e figlia. Un giorno rimane vittima di un incidente e si risveglia in infermeria con una sorpresa che da li in avanti cambierà il corso del film.
Moon è l'esempio di come si possa realizzare un buon film con un basso budget (circa 5 milioni di dollari ) e praticamente un solo attore.
E qui sta la bravura di Rockwell che tiene benissimo l'intero film con un'interpretazione intensa e convincente dal primo all'ultimo minuto.
L'atmosfera di Moon la si potrebbe definire "fantascienza psicologica". Davvero un'ottima prova di Jones, un film da vedere sicuramente.
Moon è l'esempio di come si possa realizzare un buon film con un basso budget (circa 5 milioni di dollari ) e praticamente un solo attore.
E qui sta la bravura di Rockwell che tiene benissimo l'intero film con un'interpretazione intensa e convincente dal primo all'ultimo minuto.
L'atmosfera di Moon la si potrebbe definire "fantascienza psicologica". Davvero un'ottima prova di Jones, un film da vedere sicuramente.
di Giuseppe Cangemi
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